Mentre le nostre compagini continuano i rispettivi campionati, questo mese vogliamo soffermarci su un settore che non è focalizzato sui risultati sportivi ma che è vitale per il futuro della nostra società e per tutto il movimento della palla a spicchi ovvero il mondo del MINIBASKET. 

 

 

In questo campo la nostra società ha la fortuna di annoverare tra le sue fila Silvia Brasioli che ha accompagnato intere generazioni ceretane e non solo, nel crescere e coltivare passione e perciò abbiamo voluto fare una chiacchierata con lei.

 

Allora Silvia innanzitutto quali esperienze e occasioni ti hanno portato a diventare un coach di pallacanestro?

Credo un po ‘ per caso, giocavo a basket e mi è stato chiesto se avessi avuto piacere di dare una mano ad allenare, così a tempo perso. Questo tempo perso si è poi trasformato in un prendersi un impegno e una volta raggiunta la maggior età ho iniziato con una squadra tutta mia.

 

E dove trovi la forza ed energia per portare avanti ancor oggi questa tua passione?

Relazionarsi con le generazioni che sono in continua evoluzione è sempre più complicato, i bambini sono sempre più coccolati e abituati ad avere tutto senza troppi sforzi, magari per compensare il tempo che per la vita frenetica di oggi toglie allo stare con loro, e il covid ha accentuato alcune problematiche relazionali; ma le soddisfazioni ancora ci sono nel vederli crescere e questo è il carburante per la nostra attività.

 

Se dovessi fare un primo bilancio generale relativo al settore minibasket quali sono le prime considerazioni a caldo?

Direi che i numeri quest’ anno sono ben positivi, tutti i nostri gruppi viaggiano almeno sulla ventina di elementi e anche di buona qualità. Le iscrizioni sono sempre aperte e ogni tanto arriva qualche ragazzino in prova, che poi si ferma definitivamente; sono pochi quelli che non si sono poi iscritti.

 

Per conoscere gli orari dettagliati dei singoli gruppi occorre andare nella sezione dedicata del nostro sito oppure cliccare qui per chi ancora non lo sapesse puoi raccontarci da che anni è possibile iniziare a fare questo sport e quali sono le categorie?

Noi iniziamo ufficialmente dalla prima elementare, ma in realtà abbiamo bimbi dell’ ultimo anno della scuola di infanzia, che dopo un paio allenamenti  prova, vediamo se possono tranquillamente essere inseriti nel gruppo. i ragazzi più grandi, invece, sono di prima media. Nello specifico le categorie, quest’ anno, sono PULCINI (2017-2016-2015), SCOIATTOLI (2014), AQUILOTTI (2013-2012)

 

Prima nel presentarti ho scritto che l’attività non è focalizzata sui risultati sportivi forse questa frase va meglio argomentata e lo lascio fare a te…

Chiaramente vincere è bello per tutti, saremmo ipocriti nell’affermare il contrario. E’ vero però che vedere crescere i nostri piccoli atleti, sia dal punto di vista tecnico che emotivo riempie di soddisfazione. Come ho detto prima, ricordare dopo anni a come era un ragazzino il primo giorno che è entrato in palestra e poi vedere come è cresciuto, sotto vari aspetti, è fantastico.

 

Ad affiancarti durante i pomeriggi non sei sola dico bene?

Fortunatamente anche quest’ anno siamo riusciti a organizzarci come staff, anche se ogni anno diventa sempre più difficile trovare ragazzi volonterosi, disposti a prendersi un impegno serio, perché questo deve essere e non un semplice passatempo.

Con me ho quattro ragazzi e una ragazza, tutti giocatori cresciuti nel nostro vivaio  Lovato Michele, Moratello Tommaso, Lanza Alessandro, Rossetti Edoardo e Zuliani Giada.

 

Assieme ai giovani istruttori è fondamentale anche la partecipazione e aiuto che possono dare i genitori nell’accompagnamento e sostegno delle diverse attività che ne pensi?

Senza l’aiuto delle famiglie sarebbe molto difficile portare avanti la nostra attività, come solo il fatto di andare in trasferta a giocare, senza il contributo dei posti auto come potremmo disputare i vari campionati?

Vero è che succede, a volte, di dover mettere dei paletti tra noi e loro, perchè il troppo entusiasmo o troppo senso di protezione verso i propri figli può creare delle situazioni scomode. Io punto tantissimo a rendere indipendenti e forti questi ragazzini, in modo che siano in grado di badare a se stessi, ma soprattutto che sentano di essere parte di una grande famiglia diversa da quella a cui sono abituati quotidianamente. 

 

Intanto grazie Silvia per questa ventata di entusiasmo, continua a spingere e a far crescere la passione nei cuori dei futuri cestisti… ci risentiamo più avanti nell’arco della stagione per tenerci aggiornati su questo bellissimo ed entusiasmante mondo dove trovano spazio magia, sogno e realtà.   

Di Staff